mercoledì 3 agosto 2011

Il libretto d’istruzione? no grazie

 
Sono in ascolto. 
Mi sento un’antenna che capta segnali nell’etere in attesa di chissà quali rivelazioni, quali notizie più o meno entusiasmanti e/o sorprendenti.
E’ da un po’ di tempo che vengo risucchiata da un vortice sensoriale che ha un effetto sia allucinante che chiarificatore nonché stimolante. La biodiversità dell’ambiente col quale interagisco è sempre vivida ed interessante al punto da catturare completamente il mio interesse.
 Fino a poco tempo fa avevo precluso alla mia attenzione la gente, lo spazio, il tempo come se fossero ingredienti non indispensabili della mia vita. Beh, nulla di più sbagliato! Tutto era grigio mentre adesso mi accorgo delle infinite sfumature del mondo che mi ero negata di vedere, di “sentire”. Ora vivo da “aliena” tutto mi appare magnifico e terribile allo stesso tempo e rimango affascinata da qualsiasi cambiamento di umore delle persone con le quali interagisco nonché della gamma di colori che ogni giorno scopro guardando con occhi che sono si i miei ma con la sensazione che non abbia mai usato in pieno le mie potenzialità, come se per mera pigrizia io non abbia mai voluto consultare “il mio libretto delle istruzioni”.
Sorrido ogni volta che penso al mio libretto delle istruzioni. Può suonare stupido, ma infinite volte avrei voluto consultarlo affinchè avessi trovato semplice risolvere le mie piccole e grandi difficoltà quotidiane. E se fosse mai stato scritto chi  ne sarebbe stato l'artefice? 
La scoperta infinita di noi stessi è, a mio vedere, l’esperienza più edificante con la quale io mi sia mai confrontata: distruttiva ed insieme costruttiva. Divertente lo è davvero! Quante volte mi sono sentita ribattezzare “la strana” o “l’instabile” perché mi lascio andare agli slanci di euforia e gioia e alla domanda “come fai?” o “come sei?” mi sono sempre limitata a rispondere con l’infinità ilarità che mi viene suscitata con le seguenti sconsiderate parole “Io non ho il libretto d’istruzione e allora vado di getto”.
Senza filtro, in apparenza semplice e spontanea, grottesca e divertente nella mia sconfinata autoironia, convivo con il peso che la vita mi impone e che per nessun motivo vorrei dividere con nessuno, poiché lo vivo come una parte imprescindibile dal mio essere, del mio vivere: un’energia dalle sfumature chiaroscuro che mi contraddistingue come un DNA, come un codice identificativo unico, non migliore nè peggiori di altri, ma mio.
Alla fine sono un individuo: sono questo e tanto altro ancora!

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